La storia di Maria Sharon
Ormai è da più di due mesi che ho realizzato il mio sogno.
Venire a studiare nel Regno Unito era diventato l’obiettivo principale della mia vita e ogni sforzo, ogni sacrificio mi avvicinava pian piano alla meta.
La voglia di fare era molta, l’interesse per il percorso di studi che volevo intraprendere era alle stelle.
Ma dall’Italia sembrava tutto così difficile, quasi impossibile per chi doveva conciliare lavoro e studio. Continuavo a reperire informazioni sulle università, sui corsi, sulle fees e gli aiuti economici, sulla vita in generale in UK.
Eppure sembrava tutto molto astratto.
Finalmente, durante la scorsa estate, ho trovato il coraggio di chiedere informazioni a chi effettivamente stava vivendo quella realtà dall’interno. E il mio orizzonte si è aperto di colpo.
In meno di un mese, ho fatto application a due università differenti, ho scelto di andare alla Oxford Brookes University e mi sono trasferita nella mia personale wonderland.
Ed è stata la scelta migliore della mia vita.
La mia università, in particolare, mi offre l’opportunità di frequentare un Master’s degree in un campo di studi molto specifico, ma ancora agli albori.
Sono iscritta al corso di International Security, un ramo più specifico nel campo delle relazioni internazionali, che dà l’opportunità di approfondire e guardare con occhio critico la realtà del mondo che ci circonda. Gli argomenti spaziano dalle riflessioni sul terrorismo alle migrazioni, passando attraverso la filosofia politica, l’etica e i meccanismi di comunicazione.
Il sistema universitario britannico stimola lo sviluppo del pensiero critico, spinge a schierarsi e a non rimanere neutrale, a mettersi pienamente in gioco e a scoprire qual è il nostro reale limite. Le lezioni si alternano ai seminars, dove tutti si espongono e hanno la possibilità di chiarire il proprio punto di vista.
L’ambiente internazionale, poi, stimola la curiosità di chi, come me, è interessato al confronto costante. Inoltre, non essere l’unico straniero in aula aiuta anche a superare l’ansia da prestazione nel doversi esprimere in una lingua che non è la propria.
I professori sono incredibilmente disponibili.
Rispondono alle mail in poche ore; si fermano a parlare con gli studenti anche in contesti meno formali; prendono l’iniziativa nel contattarti personalmente e suggerirti un articolo che potrebbe farti comodo per la tua ricerca.
Insoma, senti di essere in un luogo dove il tuo lavoro viene apprezzato sul serio.
Venendo qui ho anche capito che studiare con la formula full-time non era così impossibile per una lavoratrice. Qui i datori di lavoro, soprattutto in una città universitaria come Oxford, sono abituati agli studenti lavoratori e vengono incontro alle esigenze. In poche settimane ho trovato un lavoro part-time, che mi permette di frequentare le lezioni e di studiare per gli assignment.
Stancante, certo. Ma non impossibile. Non se si viene qui con l’intenzione giusta.
Personalmente, mi sono innamorata sia della Oxford Brookes che della città in generale. C’è tanto da fare e per tutti i gusti. La vita è cara, ma con gli accorgimenti giusti si riesce ad andare avanti, soprattutto se si fa domanda per lo student loan, che aiuta a coprire le tasse universitarie.
Da parte mia, quindi, il bilancio è più che positivo. I sacrifici si fanno e la propria terra a volte manca molto. Ma non rinuncerei mai agli stimoli intellettuali e al senso di libertà che si respira qui.